Mons. Galantino: si investe poco sui giovani

25/07/2017
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“È un dato di fatto che, per motivi diversi, da troppo tempo in Italia si semini poco e non necessariamente bene. È un dato di fatto che si investa davvero poco sulle nuove generazioni”. Lo ha affermato il Segretario generale della CEI, monsignor Nunzio Galantino, intervenendo a Cagliari alla Summer school di dottrina sociale della Chiesa (22-24 luglio) promossa dall’Opera salesiana “Teresa Gerini” e dalle diocesi di Cagliari e Faenza-Modigliana in preparazione alla 48ª Settimana Sociale dei cattolici italiani. Secondo mons. Galantino, “l’Italia malata di bassa mobilità sociale e di scarsa crescita economica del primo decennio di questo secolo, è il coerente ritratto di un Paese che non è stato in grado di predisporre e offrire adeguati strumenti di protezione, promozione e partecipazione per i giovani”. Il segretario generale ha ricordato i “dati impietosi” secondo cui “l’Italia è al primo posto in Europa nella classifica dei cosiddetti ‘Neet’”. “Si è prodotta una mutazione antropologica nelle nuove generazioni”, ha aggiunto, rilevando che “i ventenni di oggi non fanno più parte della ‘generazione X’”. I “Millennials”, ha proseguito, hanno “una spiccata identità generazionale” e si caratterizzano per “l’uso delle nuove tecnologie, che considerano vitali come l’aria che respirano”. Inoltre, “domina una visione positiva del proprio ruolo, la grande maggioranza è convinta infatti di poter dare un contributo attivo per migliorare il proprio Paese se potesse avere spazio e opportunità adeguati”. Ma “la politica e il sistema produttivo italiano – ha osservato il Segretario generale della CEI – fanno fatica a trovare risposte credibili per una generazione il cui talento è indubbiamente sottoutilizzato ancorché poco riconosciuto nelle sue specificità”.