“C’è molta naturalezza in queste storie”. Con queste parole il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha commentato il docufilm “Il lavoro che vogliamo”, prodotto da Tv 2000,di cui una sintesi – dopo l’anteprima di ieri alla Festa del Cinema di Roma – è stata proiettata anche a chiusura della terza giornata della Settimana sociale di Cagliari. Testimonianze come queste, gli ha fatto eco Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, “aiutano a ritrovare il senso delle cose, il senso del lavoro: un’operazione che i decisori pubblici non possono far da soli, anche se io auspico che anche la politica possa tornare ad avere una funzione orientativa sui principi, oltre che sulle proposte”. “Il lavoro, nell’esperienza politica italiana, è stato fortemente divisivo”, ha commentato Sacconi a proposito del lavoro della Commissione da lui presieduta, secondo il quale “l’attenzione alla vita buona” può essere un antidoto efficace a questo atteggiamento. “Il 90% dei part time femminile non è voluto”, ha fatto notare suor Alessandra Smerilli, moderando il dibattito. “La presenza femminile all’interno del lavoro, nel nostro Paese, è un dato di presenza molto limitata, a cui si aggiunge il problema della denatalità”, ha fatto notare Poletti: “Abbiamo bisogno di politiche che guardino alla famiglia nel suo insieme”. Poletti ha messo, in particolare, l’accento sul “paradosso” del part time: “Se lo chiedi, sembra che autorizzartelo sia una concessione. Dall’altra parte, però, succede che te lo impongono”. Tutte le donne, per Poletti, hanno diritti “ad una proposta di lavoro coerente e adeguata. Non c’è una sola risposta: le occupazioni sono diverse, sono diversi i territori, le dimensioni dell’impresa: bisogna articolare strumenti capaci interpretare più puntualmente la realtà dei luoghi. E’ necessario ampliare l’area delle libertà, affinché si possa raggiungere il livello massimo di opportunità”.