Alla ricerca delle “buone ragioni”

11/07/2013 

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“Mettere al centro della vita culturale, sociale e politica la famiglia, intesa così come da sempre insegnano l’esperienza umana e giuridica e anche la Chiesa, significa porre un fondamento indispensabile per la crescita del Paese, per un futuro di speranza per i giovani, per una società civile più libera dove i diritti della persona possano essere maggiormente rispettati”. Lo ha detto mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani, presentando mercoledì 10 luglio a Roma, nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, il “Documento preparatorio” della 47ª Settimana Sociale.
In platea, uno schieramento bipartisan di parlamentari, ai quali mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare di Roma e cappellano di Montecitorio, ha chiesto di “dare testimonianza che i cattolici sanno camminare insieme”, auspicando che l’evento torinese sia una “pietra miliare del cammino di servizio che i cattolici italiani possono svolgere nel nostro Paese”.
“Partendo dal ‘vangelo della famiglia’ e dall’impegno pastorale di accompagnamento che ne scaturisce, è necessario un maggiore impegno culturale, che sappia argomentare sulle buone ragioni che fanno della famiglia un fondamento solido del bene comune, non un’esperienza di rapporti fluidi o di un vago sentimento di amore”, ha richiamato monsignor Miglio. E la Settimana Spciale di Torino andrà proprio alla ricerca delle “buone ragioni” della famiglia, sapendo che suo compito, così come lo declina la Nota pastorale della Cei del 1988, è “affrontare, e se possibile anticipare, gli interrogativi e le sfide talvolta radicali posti dall’attuale evoluzione della società”.
Proprio parlando di famiglia “siamo certi di guardare nella direzione giusta per venire incontro alle urgenze reali del Paese”, ha aggiunto il presidente del Comitato scientifico e organizzatore, mettendo in guardia da quelle “iniziative, dal livello europeo a quello locale, che tendono a ridurre o a eliminare il ruolo unico e fondamentale della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna e aperta alla vita, minando la sua specifica identità, promuovendo una cultura e forzando una legislazione che equipari alla famiglia ogni genere di convivenze”.