Tempi nuovi e drammatici, come quelli che stiamo vivendo, richiedono anzitutto uno “sforzo di umiltà e di approfondimento” che aiuti ad approdare a “nuove soluzioni per promuovere bene comune e dignità della persona”, per “non arrenderci alle logiche inique di un’economia scivolata nella finanza, ma poter favorire quanto meno un mercato sociale”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco nell’ultimo discorso in qualità di presidente della Conferenza episcopale italiana, con il quale ha aperto i lavori della seconda giornata dell’Assemblea elettiva della Cei (Vaticano, 22-25 maggio). Il cardinale si è soffermato, in particolare, sul tema del lavoro in vista della Settimana sociale di Cagliari: “Le comunità del Paese si sono impegnate in un percorso che ci ha portato ad identificare ad oggi, nel territorio italiano, più di 300 buone pratiche in materia di lavoro, di cui approfondire caratteristiche e punti di forza. Dalla ricognizione sulle buone pratiche sta nascendo una nuova proposta per l’Italia e per l’Europa, in grado di dare gambe alle potenzialità e alle opportunità inscritte in questi nuovi semi di speranza”.
D’altra parte, ha aggiunto Bagnasco, “il compito di mantenere le nostre aziende e di crearne di nuove è certamente di molti” ma “la politica in solido ha la responsabilità primaria non delegabile di creare le condizioni di possibilità e di incentivare in ogni modo la geniale capacità dei nostri lavoratori”. “Non si tratta solo di assicurare stipendi – ha concluso -, ma anche di riconoscere la dignità professionale e produttiva del nostro popolo”.