“La prima e assoluta urgenza resta ancora il lavoro”, problema che da lunghi anni “taglia la carne viva di persone – adulti e giovani – e di famiglie”. È il richiamo che il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha rivolto alla Chiesa e alle istituzioni nella sua prolusione al Consiglio permanente (20 marzo). “La vita della gente urla questa sofferenza insopportabile: deve avere la sicurezza nei fatti che questo grido è ascoltato e preso in seria e diuturna considerazione. Sarebbe nefasto che nei luoghi della responsabilità la voce dei disoccupati e dei poveri arrivasse flebile e lontana”, ammonisce Bagnasco, chiedendo al mondo politico di essere “piegato su questo prioritario dramma”, anziché – come avviene, “continuamente situato su altri fronti, nonché chiuso in una litigiosità dove non entra per nulla il bene del Paese”. Bagnasco mette in guardia dal pericolo di un populismo “facile e superficiale”, “ingannatore e inconcludente”, come pure dalle “scorciatoie” del gioco d’azzardo “a cui sempre più italiani ricorrono nell’illusione di risolvere crisi e problemi economici”.
Quindi l’attenzione su giovani e lavoro – citando il Convegno delle Chiese del Sud –: dalla disoccupazione giovanile che nel mezzogiorno “è arrivata al 57%” a quanti “si rinchiudono in casa creandosi un mondo virtuale”. Di converso, però, “il 92% dei giovani dichiara il desiderio di farsi una propria famiglia e di avere due o più figli”: uno “straordinario dato di fiducia – commenta il presidente della Cei – reso purtroppo vano dalla mancanza di lavoro stabile”. “Senza lavoro – rimarca – non c’è dignità personale, non c’è sicurezza sociale, non c’è possibilità di fare famiglia, non c’è futuro: il cammino verso la prossima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia a Cagliari intende evidenziare questo stato di cose e, nel contempo, contribuire in maniera propositiva al loro superamento”.