“Ritorniamo a casa sentendo la responsabilità di dover dare corpo ad alcune iniziative concrete, alle quali qui abbiamo dato un nome, ma che ora attendono di essere concretizzate”. Lo ha detto il presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, card. Gualtiero Bassetti, nel suo mandato finale al termine della 48ª edizione della Settimana sociale, che si è conclusa questa mattina, a Cagliari. Il porporato ha rivolto tre “grazie”: al Comitato scientifico, alle diocesi con i suoi vescovi e delegati, con i quali “abbiamo condiviso un metodo, che ci ha allenati a camminare insieme”, e a “questa amata terra sarda, alle sue realtà e istituzioni che si sono rivelate attente e generose”, alla sua Chiesa e al suo vescovo, ma anche alle centinaia di volontari. Un percorso, quello della Settimana sociale, che ha consentito di “denunciare le storture e le ingiustizie che attraversano il mondo del lavoro; ascoltare e narrare l’esperienza e la condizione lavorativa, facendo emergere le buone pratiche e arrivando a individuare impegni, richieste e proposte”. Infine, il card. Bassetti ha ricordato i martiri di Abitene e le loro parole: “Senza la domenica non possiamo vivere”. “Per noi credenti significa che, senza riunirci in assemblea la domenica per celebrare l’Eucaristia, ci mancherebbero le forze per affrontare le difficoltà quotidiane e non soccombere – ha sottolineato -. Ma della domenica ha bisogno anche la nostra società secolarizzata; ne ha bisogno la vita di ogni uomo, ne hanno bisogno le famiglie per ritrovare tempi e modalità per l’incontro, ne ha bisogno la qualità delle relazioni tra le persone”. E del “lavoro che vogliamo” la domenica “è parte costitutiva: perché, se quando manca il lavoro del lunedì non è mai pienamente domenica, anche quando manca la domenica il lavoro non riesce a essere davvero degno per nessuno”.
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