Muove dalla riflessione sulla “nostra generazione, soggetta a sempre più frequenti crisi depressive e a inedite forme di disagio sociale”, la prolusione offerta in apertura della 47ª Settimana Sociale dei Cattolici dal Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Si è impoverito il “suolo umano, si è svuotato del suo humus di relazioni, legami, responsabilità e così è divenuto friabile ed inconsistente”, osserva il Cardinale: “L’uomo stesso, su questo terreno incerto, finisce per diventare ‘di sabbia’, una figura fluida, impastata di contraddizioni e con una caratteristica evidente: la sensazione di stanchezza”. Ancora: “È un uomo ‘dalla testa pesante’ che fatica a portare avanti la sua vita, dubita del tragitto e del senso, chiedendo al contempo riconoscimento e rassicurazione; è schiacciato dall’urgenza di farsi da sé in una competizione continua, e nello stesso tempo scopre che gli manca la terra sotto i piedi”.
A fronte di questa situazione, “in questi giorni, vorremmo insieme provare ad ascoltare l’uomo e la donna di oggi, senza pregiudizi o filtri ideologici, ma assecondando la vocazione della Chiesa”, il cui obiettivo “non è di difendere una posizione, di ribadire un principio, ma di portare a credenti e non credenti il contributo di umanizzazione che la luce della fede suscita innanzitutto nell’ambito della famiglia, come ci ha ricordato di recente Papa Francesco”.
Proprio la famiglia, spiega il Presidente della CEI, è “l’antidoto alla stessa crisi, l’unica alternativa praticabile ad una esasperazione dell’individuo, la cui pesantezza è diventata insostenibile sotto l’imperativo di un’autonomia rivelatasi ben presto ingenua e cinica allo stesso tempo”.
L’appuntamento torinese delle Settimane Sociali costituisce perciò “un servizio al dibattito culturale in corso nel nostro Paese, e per questo un confronto serio e rigoroso, aperto al contributo di tutti gli uomini pensosi, capaci di lasciarsi interrogare dalla famiglia che non è una ‘invenzione stagionale’, e come tale soggetta a cicliche ridefinizioni. Senza dimenticare per altro che essa richiede di essere sempre di nuovo compresa nella sua architettura essenziale”.
La riflessione del Cardinale Presidente si snoda attraverso un primo tornante che cerca di mettere a fuoco un elemento specifico del familiare nella relazione tra generi diversi e tra diverse generazioni; un secondo passaggio ne ricava le conseguenze sul piano sociale ed economico perché la famiglia non resti imbrigliata in immagini stereotipate o in utopiche fughe in avanti; la conclusione fa risaltare quanto la famiglia sia “una risorsa e non un ostacolo alla modernizzazione, anzi la speranza e, dunque, il futuro”.
In allegato, il testo integrale della Prolusione.