¿Finanza sociale, finanza plurale. Il ruolo della finanza nel dopo crisi¿. Questo il tema del Seminario di studio, organizzato da Federcasse (l¿associazione delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane) unitamente al Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani e alla diocesi di Verona, che si è tenuto sabato 5 maggio 2010 a Verona.
Il seminario rientra nel percorso di avvicinamento alla prossima edizione delle Settimane Sociali (Reggio Calabria, 14-17 ottobre), che avrà per tema: ¿Cattolici nell¿Italia di oggi. Un¿agenda di speranza per il futuro del Paese¿ e alla cui preparazione il Credito Cooperativo ha partecipato con un proprio contributo (per leggere il contributo clicca qui).
Obiettivo dell¿incontro, fornire una ¿lettura¿ attenta delle cause della grave crisi in atto, provando a tracciare le linee di una nuova finanza più responsabile, plurale e sociale, che sia strumento di autentico e integrale sviluppo, anche sulla scorta di quanto contenuto nell¿enciclica ¿Caritas in Veritate¿, laddove si citano esperienze nel campo della cooperazione di credito come esempio di ¿amore intelligente¿.
Ai lavori, aperti dal vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, che ha messo l¿accento sul legame forte che deve sussistere tra economia e persone in una logica di rispetto, ha portato il proprio saluto il presidente del Comitato Scientifico ed Organizzatore delle Settimane Sociali, mons. Arrigo Miglio, ricordando il valore di un dibattito ¿alto¿ come quello espresso dalle Settimane Sociali e citando il ¿bene comune¿ come obiettivo dell¿azione economica. È stata poi la volta del presidente della Federazione Veneta delle Bcc, Amedeo Piva, che ha sottolineato come la risposta da dare alla crisi sia una ¿finanza che raggiunga un¿allocazione efficiente delle risorse e che alimenti la speranza. La quale, come sosteneva S. Agostino, ha due figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno permette di vedere ciò che non va; il coraggio serve a cambiarlo¿.
¿Le lezioni della crisi e le ragioni della finanza¿
Stefano Zamagni (docente di economia politica all¿Univeraità di Bologna)
La finanza, ha ricordato Zamagni, trova la propria origine nella matrice culturale cattolica alla fine del 1400. Una matrice culturale che ha avuto nei secoli ¿ soprattutto in Italia ¿ esponenti di altissimo livello come Sturzo, Toniolo, Tovini. ¿Un percorso concettuale ¿ ha precisato ¿ basato sullo stretto legame tra finanza ed economia reale, ma che è andato in crisi con l¿avvento della globalizzazione, trenta anni fa¿. Oggi il quadro è nuovamente mutato: la crisi economica sta, paradossalmente, riscoprendo il grande valore del lavoro come mezzo per produrre ricchezza. E questo porta con sé la riscoperta di esperienze come il localismo bancario, la cooperazione. Ispirate da uno stretto legame con il territorio, con il lavoro, con la gente. In una logica di solidarietà, altro valore che la crisi finanziaria ha permesso di riscoprire. Da qui la responsabilità del mondo cattolico, chiamato oggi a interessarsi nuovamente della finanza. Nel rispetto di quel principio di fraternità che papa Benedetto XVI inserisce, innovando la cultura tradizionale, nel rapporto economico. Per fare questo, secondo Zamagni, bisognerà tornare ad una elaborazione culturale autonoma del mondo cattolico in tema di finanza, nell¿interesse del sistema Paese e di una finanza autenticamente ¿plurale¿.
¿Finanza 2.0. Cosa sarà e cosa non sarà la finanza di domani?¿
tavola rotonda con Paolo Bedoni (presidente Cattolica Assicurazioni), Andrea Bologna (direttore Federazione Veneta Bcc), Carlo Fratta Pasini (presidente Associazione Banche Popolari), Sergio Gatti (direttore generale Federcasse), Marco Colombo (presidente dei Giovani di Confartigianato)
¿Senza negare il ruolo delle grandi banche, è dal basso che dobbiamo ricostruire un rapporto sano tra economia reale e finanza¿, ha rilevato Paolo Bedoni ricordando la genesi della crisi e l¿ingordigia che ha causato dissesti planetari; concetto ripreso da Andrea Bologna per il quale, paradossalmente, la crisi si presenta come una ¿buona opportunità per rivedere le scelte future¿. ¿La crisi interroga gli stili di vita¿, ha sottolineato Carlo Fratta Pasini, e le banche sono chiamate a dare una risposta alle nuove sollecitazioni, cosa non sempre facile. I grandi capitali del mondo sono costantemente alla ricerca di una remunerazione adeguata, ha continuato Fratta Pasini, e in un contesto di bassa crescita ciò favorisce il ricorso alla speculazione: ma ¿non è indifferente il modo con cui i guadagni vengono realizzati¿. Per Sergio Gatti ¿finanza 2.0¿ è la ¿finanza di partecipazione¿, che nasce dal basso, capace di includere. Lo può fare ¿ come è scritto nel documento preparatorio delle Settimane Sociali ¿ facendo memoria delle buone cose del passato, delle radici, ma anche ¿ guardando al futuro ¿ offrendo una testimonianza coerente, facendo alleanze con i migliori soggetti del territorio, denunciando le forme di corruzione e illegalità, attivando processi di formazione permanente, difendendo la specificità di tutte le forme di economia plurale e partecipata. A concludere la tavola rotonda Marco Colombo, per il quale le imprese artigiane assicurano difese concrete a favore dell¿occupazione, avendo a cuore i destini delle persone. La grande difficoltà, per Colombo, restano l¿accesso al credito e l¿eccesso di burocrazia; cosa che penalizza ancora di più i giovani, dai quali ¿bisogna ripartire dando attenzione all¿economia reale, fatta di persone, di talenti che credono nei loro progetti¿.
¿Per una finanza sociale e plurale. Ovvero responsabile. Il valore delle esperienze¿
Paolo Frison, coordinatore del Microcredito etico-sociale della Caritas vicentina, e Vincenzo Mannino, segretario generale di Confcooperative
Frison ha ricordato l¿esperienza del microcredito, progetto realizzato dalla Caritas vicentina con le Bcc del territorio: nel periodo 2006-2009 sono stati erogati complessivamente circa un migliaio di prestiti, con un tasso di restituzione dell¿84%. ¿Finanza ed economia ¿ ha sottolineato ¿ possono essere considerati come strumenti di miglioramento del contesto sociale, ma devono essere in grado di salvaguardare l¿essenza delle persone e della comunità generale, ponendosi al servizio della felicità vera delle persone e non del mero profitto¿.
Mannino, dal canto suo, ha invece evidenziato il ruolo specifico della cooperazione che fa capo a Confcooperative (500 mila occupati, 20 mila cooperative, un fatturato di 62 miliardi di euro) per dire che le cooperative ¿vivono la realtà dei territori e rendono concreta la loro finalità mutualistica¿. Per Mannino, occorre però oggi ¿riflettere su come sostenere la loro capitalizzazione e costruire sistemi partecipati per contrastare gli effetti perversi dell¿economia globalizzata. Puntando alla costruzione di un welfare di qualità¿.
Conclusioni
Alessandro Azzi, presidente Federcasse e membro Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici italiani
La prossima edizione delle Settimane Sociali sarà chiamata a stilare una sorta di ¿Agenda di speranza¿ per il futuro del Paese, ma ¿parlare di speranza significa, prima di tutto, ristabilire le condizioni perché i giovani possano recuperare la fiducia nelle loro possibilità di sviluppo, sia individuale sia collettivo¿. Devono essere pertanto i giovani, i destinatari dei maggiori sforzi capaci non solo di far uscire il Paese dalla crisi, ma anche d¿innescare processi virtuosi di sviluppo in chiave di promozione personale e familiare.
¿Anche la finanza ¿ che deve essere sempre strumento, `ancella e non padrona¿ ¿ ha un ruolo nella costruzione di un futuro plurale e partecipato¿, ha detto ancora Azzi, ¿perché essa ha il potere di dare gli strumenti, di includere, di consentire di costruire il domani. Dare credito, in questo senso, è dare speranza¿.