In vista della 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani (Cagliari, 26-29 ottobre 2017) ecco il contributo dello scautismo cattolico sul tema del lavoro “incentrato sul ruolo che il metodo scout ha nella crescita delle persone e nella loro educazione permanente”. Lo affermano in un documento i presidenti Sonia Mondin (Masci, Movimento adulti scout cattolici italiani), Antonio Zoccoletto (Fse, Associazione italiana guide e scout d’Europa cattolici), Barbara Battilana e Matteo Spanò (Agesci, Associazioni guide e scout cattolici italiani). “Un metodo che, a seconda delle diverse stagioni della vita, è capace di evolversi per essere al passo con i tempi in cui viene vissuto, mantenendo fermi gli ideali e i valori rappresentati dalla legge e dalla promessa scout”. Il “messaggio cristiano, di cui siamo portatori – si legge ancora nel documento –, può diventare cultura e illuminare la politica proprio a partire dal rispetto per l’uomo, per la sua dignità e per i suoi diritti, in primis dai luoghi e dagli ambienti che abitiamo”. Per “le persone che ritengono di aver incarnato nel loro cammino di crescita i valori scout, non è sufficiente fare esclusivo affidamento sulla loro responsabilità di singoli, ma è un dovere impegnarsi per attivare processi di cooperazione con tutti gli attori in campo: lavoratori, sindacati, imprenditori, governo e istituzioni, sia a livello locale che a livello nazionale”. Il lavoro, si sottolinea nel contributo, “deve essere espressione di legalità: non è più a lungo sopportabile vedere i ragazzi convinti che non esiste un futuro per loro, essendo tutto in mano sia alla raccomandazione che al lavoro sommerso e che sfrutta. È necessario un cambio di mentalità a tutti i livelli. Una riflessione sulla giustizia della ripartizione dei proventi del lavoro: un’equità – concludono i firmatari del documento – che possa dare dignità a ogni persona”.