Il seminario

25/05/2010 

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Docenti provenienti da differenti atenei ¿ la Pontificia Università Lateranense e l¿Accademia Alfonsiana, la Libera Università degli Studi ¿San Pio V¿ e la Pontificia Università Santa Croce, la Pontificia Università Urbaniana e l¿Angelicum ¿ a confronto sulla Dottrina sociale della Chiesa. Così si è presentato il seminario verso la 46a Settimana Sociale organizzato venerdì 20 maggio 2010 a Roma dall¿Istituto Pastorale ¿Redemptor hominis¿ della Pontificia Università Lateranense in collaborazione con il Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani. Quattro i focus di approfondimento: la politica (¿le ragioni della prossimità e il pluralismo politico¿), il lavoro (¿tra mercato e riconoscimento¿), l¿ambiente (¿il criterio costi-benefici e la natura come spazio della comunicazione umana¿), l¿economia (¿mercati e persona nella prospettiva dell¿economia sociale di mercato¿). A introdurre i lavori, il preside dell¿Istituto Pastorale ¿Redemptor hominis¿, mons. Dario Edoardo Viganò, e il segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, Edoardo Patriarca.

 
 
PRIMA SESSIONE (moderatore Martin Schlag, Pontificia Università Santa Croce)

 
– Le ragioni della prossimità e il pluralismo politico
 
Il pluralismo politico è ¿il lato estremo della democrazia¿, ha affermato Rocco Pezzimenti, docente alla Lumsa e alla Pontificia Università Lateranense, ricordando che esso è ¿sempre e soprattutto una garanzia per le minoranze¿. Per questo ¿la democrazia esprime un pluralismo politico, per garantire coloro che non hanno voce¿. Il docente ha poi argomentato circa ¿un pluralismo di stampo cristiano¿, laddove ¿anche i concetti di libertà e proprietà¿ non si riferiscono a una ¿realtà fine a se stessa¿, ma sono ¿beni strumentali alla piena realizzazione della persona e del bene comune¿. Il concetto di pluralismo, ha rimarcato, ¿corre oggi il rischio di diventare astratto e portarci a un relativismo, o al sincretismo¿, declinandolo ¿come rispetto di tutte le idee¿. Non è questa, però, l¿interpretazione corretta, poiché il rispetto ¿ essenziale ¿per la convivenza¿ ¿ si deve ¿a tutti, e dunque anche a coloro che esprimono determinati valori¿, ma non ¿alle idee in sé¿. Di sicuro, gli ha fatto eco il preside dell¿Accademia Alfonsiana, Martin McKeever, la questione è ¿estremamente complessa e problematica¿, a partire da un ¿problema terminologico¿ nella definizione di pluralismo, e di pluralismo cristiano.
 
– Il lavoro tra mercato e riconoscimento
 
Riguardo al lavoro, ¿una riflessione teologica s¿impone¿, ha sottolineato mons. Gianni Manzone, docente al ¿Redemptor hominis¿, poiché ¿la Chiesa non può accettare che il lavoro sia separato dalla religione e che il proprio spazio sia solo quello privatissimo della coscienza individuale¿: altrimenti ¿viene ulteriormente approfondita quella distanza della verità di Dio dalle forme della vita quotidiana¿. Quattro le indicazioni per un¿elaborazione ¿della comprensione cristiana del lavoro¿. ¿Dapprima la necessità di svincolare l¿attività lavorativa dalla logica dello scambio mercantile¿, dove ¿è valutata dallo stesso punto di vista di ogni merce¿, poiché così vengono a mancare ¿altri principi di giudizio e di azione¿ come ¿l¿amore al lavoro ben fatto, la solidarietà, la gratuità¿. Il lavoro, poi ¿diventa servizio spirituale¿ ¿ e qui la vocazione al lavoro ¿ se vi è ¿la consapevolezza di contribuire a qualcosa di più grande del proprio progetto¿. In terzo luogo il dono, poiché ¿chi possiede il capitale sia fisico sia di conoscenza può creare ricchezza solo se li investe¿, mettendo ¿in circolo i doni ricevuti¿. Infine ¿il lavoro acquista senso e valore, e quindi dignità etica, soltanto nella prospettiva del rapporto interumano¿. Indicazioni, ha rimarcato Giuseppe Acocella, rettore della Libera Università ¿San Pio V¿, che mettono in guardia dal ¿perdere la centralità della persona¿, intendendo il lavoro ¿solo come strumento per il procacciamento del reddito¿.
 
 
SECONDA SESSIONE (moderatore Sergio Lanza, docente di Teologia pastorale della Pontificia Università Lateranense)
 
– Il criterio costi-benefici e la natura come spazio della comunicazione umana
 
Portando l¿attenzione all¿ambiente, suor Tiziana Longhitano della Pontificia Università Urbaniana ha evidenziato che ¿negli ultimi anni il modo di guardare il mondo è cambiato¿, e ¿oggi si registra una coscienza sempre più raffinata, soprattutto nelle giovani generazioni e perfino nella gente comune, di come la relazione con la natura sia corrispondente alla qualità della vita umana¿. Non si possono ¿ridurre a una sola causa i danni che derivano da una gestione poco corretta dell¿ambiente¿, e ¿la sfida ecologica è allo stesso tempo individuale, locale, nazionale e globale¿. Ciò che serve, pertanto, è ¿una risposta coordinata a più livelli¿. ¿Se da una parte ¿ ha rimarcato la docente ¿ la nostra presenza è necessaria e la nostra voce non può mancare ai livelli più alti, è anche vero che il contributo più forte lo diamo lavorando localmente e impegnandoci a migliorare il nostro territorio, la nostra professione, la nostra terra, o quei luoghi in cui siamo chiamati a servire lavorando accanto alla gente¿. Alla base, tuttavia, l¿appello di Benedetto XVI a un¿¿ecologia umana¿, poiché, si è chiesto Alessandro Crosthwaite della Pontificia Università San Tommaso (Angelicum) riprendendo la relazione di Longhitano, ¿come possiamo andare avanti in un¿ecologia dell¿ambiente se prima non curiamo un¿ecologia umana, come aver rispetto per la natura quando tutto il nostro consumo è `usa e getta¿?¿.
 
– Mercati e persona nella prospettiva dell¿economia sociale di mercato
 
¿È radicata nella tradizione dell’economia sociale di mercato la consapevolezza che la libertà – tanto in economia quanto in politica – produce strumenti estremamente fragili, ma gli unici all’altezza della dignità umana, e che la concorrenza non è il prodotto del caso, bensì il risultato di secoli di civilizzazione¿, ha ricordato Flavio Felice, docente alla Lateranense, richiamando ¿la possibilità di perseguire finalità sociali¿ in economia, che abbiano come ambito ¿la società civile¿ e comprendano ¿i principi di sussidiaretà orizzontale e verticale¿. Fino a un passato recente, ha aggiunto Antonio Magliulo della Libera Università ¿San Pio V¿, era prevalente ¿l¿idea che il mercato fosse il luogo della competizione negativa¿. Ora, invece, ¿Benedetto XVI, nell¿ultima enciclica, ci dice proprio il contrario, ossia che si possono avere rapporti autenticamente umani anche nel mercato, a patto di avverare tre condizioni: giustizia, bene comune, gratuità¿. Ciò che non basta è ¿lasciar fare al mercato¿, che dunque va ¿orientato al bene comune¿.
 
di Francesco Rossi