MCL sta percorrendo un significativo cammino di avvicinamento, all’insegna della formazione e della riflessione, alla 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Torino dal 12 al 15 settembre prossimi. E proprio sotto la Mole, sabato scorso, si è svolto, presso “Spazio + Incontri” di via Saccarelli, il seminario nazionale di studi dal titolo – Il “Soggetto” Famiglia -. L’obiettivo di questi momenti è quello di costruire consapevolezza presso gli associati MCL rispetto all’opportunità rappresentata, in termini di costruzione di reale ecclesialità attraverso l’incontro con altre esperienze e di incisiva proposta nell’agenda politica del Paese, dalla Settimana Sociale. Un appuntamento che da continuità alla grande storia di quello che è stato uno dei primi veri tentativi di dare una forma strutturata all’impegno ed all’espressione pubblica del laicato cattolico italiano. Quest’anno dedicato alla famiglia, con un titolo chiaro e programmatico: “La Famiglia, speranza e futuro per la società italiana”.
Il saluto è stato portato dal presidente dal circolo MCL del quartiere che ospita la struttura, Rolando Corezzola. A seguire il presidente regionale, Mauro Carmagnola ha illustrato, ai numerosi convenuti dalle realtà di base del Movimento Cristiano Lavoratori ed ai relatori, il senso di una presenza “in questa struttura che si trova all’interno della zona che fu la prima dove si sviluppo l’industrializzazione, una realtà a lungo operaia ed oggi ancora popolare. “Dobbiamo andare dove la gente vive la propria quotidiani a portare il nostro messaggio”.
Ad introdurre e moderare il seminario è stato il vicepresidente nazionale, Noè Ghidoni. Con lui, in rappresentanza del direttivo nazionale, presente anche il segretario organizzativo Antonio Inchingoli. Aprendo i lavori, Ghidoni ha sottolineato come “davvero, lo ha detto opportunamente il cardinal Bagnasco: la famiglia è un patrimonio di e dell’umanità. Demolirla è un crimine. Questo fondamentale presidio morale e vitale merita di essere promosso, invece non lo è, in barba alla Costituzione che esprime un chiaro favor familiae. La famiglia pone e salvaguarda la fondamentale questione in campo, quella della persona”.
Poi, è toccato ai tre relatori cui era stato affidato il compito di svolgere il tema.
Luca Antonini, Ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Padova e Capo Dipartimento riforme istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha ricordato come il dettato della Carta (articoli 29, 30 e 31) non è per nulla applicato. “I Padri costituenti – ha premesso il professore – fecero una chiara opzione di valore puntando sulla famiglia come fattore fondativo della società e della ricostruzione”. Famiglia opportunamente definita come fondata sul matrimonio in quanto questa ricostruzione doveva fondarsi su un impegno pubblico e, quindi, una visione non privatistica della famiglia. Una visione fatta propria anche da posizioni ideologiche diverse tra loro. Certamente non pensavano, come certi economisti oggi alla moda, che la famiglia possa essere considerata una palla al piede”. La richiesta cui dare consistenza, nell’interesse del futuro del nostro Paese, è quella di “un vero rispetto del dettato costituzionale, con una valorizzazione sussidiaria della famiglia”.
Simona Beretta, Ordinario di Politica Economica all’Università Cattolica di Milano e componente del Comitato Scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, ha sottolineato come “in un mondo che invita, come certi cartelloni pubblicitari, a “scatenare il proprio ego” la famiglia è il luogo che educa alla cura, alla generatività ed in cui non ci si avvita sul proprio io. Vi si fa esperienza della gratuità: nessuno decide di darsi la vita da sé, questo non accadrebbe neanche con la clonazione”. Richiamando il messaggio per la Giornata della Vita ha detto che davvero “generare la vita sconfigge la crisi”. Si è parlato tanto di famiglia, nel mondo cattolico, ma “è urgente continuare a farlo, perché la famiglia è soggetto pubblico da cui parte la costruzione, la generazione del bene comune e di una vita buona. Anche le organizzazione che hanno fatto grandi campagne per la denatalità ed il controllo delle nascite, come la Banca Mondiale, ci dicono che la famiglia è generatore di capitale umano e sociale. A maggior ragione, quindi, deve avere la forza di farlo il laicato cattolico. In questa contingenza culturale, la difesa della famiglia è difesa dell’umano”.
Don Flavio Luciano della Commisione della Pastorale Sociale e del Lavoro della Commissione episcopale piemontese, anche ricordando la sua lunga esperienza come missionario Fidei donum in Brasile, ha invitato a riprende la costruzione della Chiesa dalla base, cioè come una famiglia di famiglie. “Una famiglia – ha detto, citando la Familiaris Consortio – che deve diventare ciò che è. Una famiglia che sa accogliere e generale, che si incontra e costruisce liberanti esperienza popolari. In questa società che deve ritrovare l’anima, le famiglie hanno un grande compito. Come ci ha detto Papa Francesco nella solennità di San Giuseppe occorre riscoprire la dimensione, la missione della custodia”.
L’incontro si è concluso con la testimonianza del neopresidente regionale piemontese del Forum delle Associazioni Famigliari, Paolo Frand Pol.
Marco Margrita