La globalizzazione e il futuro

12/05/2010 

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Una riflessione sulla globalizzazione, che permette allo stesso tempo di essere in contatto ¿con Timor Est e con Bologna¿, senza però dimenticare la dimensione locale. Sede del seminario su ¿Globalizzazione e sviluppo locale¿, organizzato sabato 8 maggio a Potenza dalla Conferenza Episcopale della Basilicata, dal Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali e dall¿Ufficio Regionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della Basilicata, è stata la sala Inguscio della Regione Basilicata, proprio per riaffermare l¿apertura del mondo ecclesiale, nell¿affrontare queste tematiche, alle istituzioni e alla società. D¿altra parte ¿la preparazione di questa Settimana Sociale è avvenuta in maniera diffusa sul territorio¿, ha sottolineato il vicepresidente della Cei e presidente della Conferenza episcopale di Basilicata, mons. Agostino Superbo, vedendo nell¿agenda che si discuterà a Reggio Calabria ¿il tentativo di dare contenuto alle parole di Benedetto XVI nell¿enciclica Spe salvi¿, laddove ricorda che la ¿grande speranza¿ richiama le ¿piccole speranze di ogni giorno¿. Partire, dunque, dalle cose piccole, quotidiane, da ciò che ci circonda. Ed estendere lo sguardo.

 
D¿altro canto, ¿le cronache dell¿ultima ora, dalla crisi economica al vulcano islandese, ci fanno capire quanto ormai siamo interdipendenti¿, ha rimarcato il delegato per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale lucana, Liberato Canadà, mentre il vicepresidente del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali, Luca Diotallevi, ha invitato a chiedersi ¿cosa sia primariamente rilevante oggi per produrre più bene comune¿, avendo dinanzi la Bibbia e il giornale, sapendo ¿ come recita la Gaudium et Spes ¿ che ¿le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi sono anche dei cristiani¿.
¿Coniugare globale e locale è un compito necessario, soprattutto per i cristiani¿, ha sottolineato Flaminia Giovanelli, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, invitando a ¿pensare globalmente, ma nella consapevolezza della propria identità¿. Sapere chi siamo è importante, ancor più che in passato, oggi che ¿il mondo è alla portata di tutti¿. Facendo proprio l¿invito di Giovanni Paolo II a ¿globalizzare la solidarietà¿, l¿esponente vaticano ha parlato di sussidiarietà e solidarietà come principi fondanti del coesistere di globale e locale, e della necessità di ¿governare la globalizzazione¿.
Di fronte a ¿problemi nuovi, che esigono nuovi approcci¿, l¿indicazione di Gianpiero Perri, direttore generale dell¿Azienda di promozione turistica della Basilicata, passa da ¿una visione che guarda lontano ed ha un progetto, una strategia¿. L¿esatto opposto dei cinesi, che non avendo la proprietà privata sono ¿leader del consumismo¿, espressione di uomini che ¿non possono guardare al futuro e costruirselo¿. Guardare avanti, costruire il futuro, è l¿invito che Perri rivolge al Mezzogiorno, il cui ritardo è dovuto alla ¿narrazione che il Sud ha di se stesso¿: vedersi come un ¿Nord mancato¿ e avere come modello proprio Settentrione ha portato al ¿ritardo¿ del Meridione, dopo l¿unificazione. E ora? Recepire l¿invito che Giovanni Paolo II faceva a tutti i popoli che incontrava: ¿Sii te stesso¿, ossia recupera la tua identità e il tuo carisma.
E così ¿anche noi possiamo contribuire a scrivere una pagina dell¿Agenda di speranza per l¿Italia¿, ha concluso il vescovo di Acerenza, mons. Giovanni Ricchiuti, presidente della Commissione per i Problemi Sociali e il Lavoro della Conferenza Episcopale della Basilicata. ¿Siamo cattolici, cristiani inseriti in questo nostro contesto storico¿, ha ricordato il vescovo. ¿Non vogliamo fare invasioni di campo, assumere competenze che non sono nostre. Ma in campo ci vogliamo stare¿, consapevoli ¿dello sguardo di fiducia di cui, come Chiesa e come cattolici, siamo destinatari¿. Perciò non è ingerenza fare analisi e discernimento sulla questione della globalizzazione, senza ¿invocarla come il bene assoluto¿, ma anche senza ¿vedervi l¿apocalisse¿. ¿Lo sguardo deve avere un orizzonte mondiale, ma allo stesso tempo tenere i piedi su questo nostro territorio¿, e se ¿nella globalizzazione la logica di mercato lascia la centralità alla persona umana ¿ ha concluso mons. Ricchiuti ¿, allora sì, questa potrà essere una prospettiva per il futuro¿.
 
di Francesco Rossi