La sintesi degli interventi

08/02/2010 

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PRIMA SESSIONE
Moderatore: dott. Edoardo Patriarca (segretario del Comitato Scientifico e Organizzatore della Settimane Sociali dei Cattolici Italiani)
 
TUTELA DELLA VITA E DELLA SALUTE:
Prof.ssa Maria Luisa Di Pietro (docente di Medicina legale e delle assicurazioni all¿Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma)
In una riflessione antropologica bisogna partire dall¿analisi del concetto di valore, distinguendo tra ciò che ha valore e ciò che è valore. Una buona organizzazione dell¿assistenza sanitaria, o del rapporto tra medico e paziente, ha valore. Ma l¿aspetto centrale dev¿essere l¿essere umano, che è valore, è un soggetto da rispettare, con una sua dignità intrinseca e la cui salute è il risultato di interventi che riguardano sì l¿aspetto medico, ma anche la dimensione sociale, la cura della vita, l¿attenzione all¿alimentazione, l¿organizzazione del lavoro e così via.
Se si parte da una visione distorta dell¿essere umano e della sua dignità inalienabile non possono essere date risposte adeguate dal punto di vista etico. Discutere dell¿organizzazione, dunque, è un aspetto successivo rispetto alla chiarezza di qual è l¿antropologia di riferimento.
 
LA PASTORALE SANITARIA IN ITALIA DOPO IL CONVEGNO ECCLESIALE DI VERONA
Don Andrea Manto (direttore dell¿Ufficio Nazionale per la Pastorale Sanitaria della CEI)
La fragilità, che è uno dei 5 ambiti approfonditi al Convegno ecclesiale di Verona, ha una particolare rilevanza per la questione antropologica. Senza la percezione del limite l¿uomo smarrisce se stesso, ponendosi come un assoluto e distorcendo tutte le sue relazioni.
La cura è essenziale alla persona umana e va recuperata come tema al centro del dibattito. Abbiamo bisogno di una politica che si prenda cura delle persone e una sanità che torni a curare integralmente.
Il tema educativo è coessenziale alla questione della sanità: la salute ha bisogno di un progetto di vita buona. Pensiamo ai giovani la cui forza vitale non trova risposta e possibilità di essere incanalata, e si smarriscono in un mix di droghe e alcool. Se non mettiamo al centro una visione dell¿uomo, s¿indebolisce l¿agire sanitario.
Cominciamo a pensare la sanità non come un costo, ma un investimento: serve una nuova progettualità, ed è falso affermare che non si possono coniugare i nostri principi antropologici, etici e valoriali con la sostenibilità economica. La vera ¿diaconia¿ dei cattolici sta nel progettare una sanità che attraverso il modello di presa in carico globale metta al centro la persona e la comunità.
  
SECONDA SESSIONE
Moderatore: prof. Silvio Brusaferro (docente di igiene all¿Università degli Studi di Udine)
 
LA SANITÀ IN ITALIA: ASPETTI GESTIONALI E AZIENDALI
Prof. Walter Ricciardi (docente e direttore dell¿Istituto di igiene all¿Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma)
Emergono fattori di rischio importanti nelle regioni meridionali cui i servizi sanitari non riescono a dare risposta, per cui i cittadini del Sud Italia vivono meno e peggio.
Alimentazione: la proporzione di persone che assume almeno una volta al giorno verdura, ortaggi e frutta è in diminuzione in particolare al Sud dove si evidenzia un maggior consumo di frutta rispetto all¿assunzione di verdura e ortaggi.
Fumo: progressivo decremento dei dati di prevalenza dei fumatori soprattutto nelle regioni del Nord. Coinvolgimento della popolazione giovanile e differenze dovute a diseguaglianze socio-economiche.
Sovrappeso e obesità: aumento delle persone obese e in sovrappeso in particolare nelle regioni meridionali.
Alcol: il consumo a rischio di alcol ed il binge drinking rappresentano uno dei primi tre determinanti di malattia, mortalità prematura ed invalidità. Nelle regioni del Nord si registrano, per entrambi i sessi, i valori più elevati.
Attività fisica: risultano più attivi gli abitanti del Nord rispetto a quelli del Sud, dove la sedentarietà è più frequente in Sicilia. Si pratica più sport in modo continuativo nella Provincia Autonoma di Bolzano, in Lombardia e in Veneto.
Malattie cardiovascolari: forte aumento nelle regioni del Centro-Sud.
Malattie tumorali: progressivo avvicinamento epidemiologico delle regioni del Sud, tradizionalmente meno colpite, rispetto a quelle del Nord.
 
LA SANITÀ IN ITALIA: ASPETTI GESTIONALI E AZIENDALI
Dott. Carlo Favaretti (direttore generale Azienda Ospedaliero-Universitaria ¿S. Maria della Misericordia¿, Udine)
Dobbiamo puntare non solo ai meccanismi strutturali, ma a competenza, autonomia e responsabilità. Elevare, cioè, la competenza clinica e specialistica, ma anche relazionale; promuovere un corretto esercizio dell¿autonomia; muoversi con responsabilità, nella consapevolezza di dover sempre render conto delle proprie azioni.
 
LA SANITÀ IN ITALIA: L¿INTEGRAZIONE CON IL SOCIALE
Dott. Nicola Messina (Responsabile Area Servizi Sociali e Sanitari della Regione Puglia)
Avere uno sguardo al futuro dei pazienti, che hanno necessità di continuità e vicinanza. Il samaritano si muove verso il bordo della strada. Da noi invece non è così, spesso ci dimentichiamo del ¿bordo della strada¿ e di chi sta lì, non andiamo a cercare la gente sul territorio. Bisogna avere idee nuove per moltiplicare la ¿risorsa solidarietà¿.
 
LA SANITÀ IN ITALIA: ASPETTI ECONOMICI E FINANZIARI
Prof. Eugenio Anessi Pessina (docente di Economia aziendale e direttore del Centro studi, ricerche e formazione sulle politiche, l¿economia e il management in sanità all¿Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma)
Ci sono elementi rassicuranti nei dati di spesa sanitaria, con una certa equiparazione e abbassamento rispetto ad altri Paesi. Ma anche fattori preoccupanti. In primo luogo la spesa sanitaria in Italia ci preoccupa perché s¿inserisce all¿interno di un debito pubblico devastante. Poi non dimentichiamo i differenziali tra regioni. In terzo luogo le prospettive di lungo periodo delineano il rischio di significativi aumenti della spesa. Servirà un governo della tecnologia a fronte di un¿innovazione fortissima, poiché se questa non verrà governata rischia di far impennare i costi. E poi la cura degli anziani, che cresceranno sempre più: ancora oggi un ruolo fondamentale lo svolge la famiglia, ma se questo verrà a mancare dovrà pensarci il servizio sanitario.
 
TERZA SESSIONE
Moderatore: fra Marco Fabello (presidente AIPAS)
 
LA SANITÀ CATTOLICA IN ITALIA: REALTÀ E PROSPETTIVE FUTURE
Fratel Mario Bonora (presidente ARIS)
La sanità cattolica nel nostro Paese vedrà, nel prossimo futuro, un ridimensionamento della presenza nei modelli tradizionali di servizio, laddove non se ne avverte più la necessità, ma si deve aprire alle nuove esigenze: non autosufficienti, malati psichiatrici, anziani, vittime delle dipendenze. La specificità degli istituti sanitari legati al mondo cattolico risiede nel tipo di assistenza assicurata, non solo sotto il profilo medico-clinico, ma anche come accompagnamento e vicinanza alle persone che si trovano in necessità. Vi è una situazione generale di sofferenza della sanità in Italia, con gravi conseguenze soprattutto nel Sud, e verso la quale si registra un progressivo taglio di risorse. A tal proposito, gli ¿ospedali classificati¿ gestiti da religiosi sono equiparati come obblighi al pubblico, ma senza avere corrispondenti finanziamenti.
 
Prof. Americo Cicchetti (docente di Economia sanitaria all¿Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma)
Analisi di alcuni dati economici relativi all¿assistenza sanitaria, con attenzione alle differenze tra pubblico, privato e non-profit.
 
Dott. Salvatore Geraci (coordinatore Gruppi Locali Immigrazione e Salute della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni e responsabile area sanitaria della Caritas di Roma)
Il nostro principio ispiratore è l¿art. 32 della Costituzione, dove si afferma il diritto alla salute per tutti i cittadini. Ma ve ne sono alcuni invisibili ¿ anziani soli, malati di mente, senza dimora, vittime di dipendenze ¿ ¿ e altri ancor più invisibili, i ¿cittadini non cittadini¿. Sono gli immigrati regolari e, in maniera particolarmente cocente, gli irregolari, i richiedenti asilo, i rom e i sinti. Gli immigrati regolari sono il 7% della popolazione, ancor più gli irregolari (di cui solo una parte entrati irregolarmente, gli altri divenuti tali per scelte, anche politiche, che hanno impedito loro di rinnovare il permesso di soggiorno).
Di fronte a questi invisibili la Chiesa cattolica ha più volte mostrato fattivamente la sua presenza.
 
IL CASO ¿ABRUZZO¿
Prof. Massimo Sargiacomo (docente di Economia aziendale sanitaria e presidente del Corso di Laurea interateneo in economia e management dei Servizi Sanitari, Facoltà di Scienze Manageriali, Università ¿Gabriele D¿Annunzio¿ di Chieti-Pescara e Università Telematica ¿Leonardo da Vinci¿)
La quota che l¿Italia spende sulla sanità non è elevata: il problema è che in una situazione di rapporto debito pubblico / Pil come la nostra vi è moderato pessimismo sulla possibilità di raccogliere risorse.
La nostra sanità funziona come eccellenza della medicina ¿ abbiamo grandi capacità mediche ¿ ma con criticità strutturali che dovremo risolvere nel prossimo futuro.
 
CONCLUSIONI
Edoardo Patriarca
La sfida del cammino verso la prossima settimana sociale sta nel fare un passo ulteriore sul fronte del bene comune. Dopo averlo approfondito negli anni scorsi, ora vogliamo declinarlo nell¿oggi, nella storia concreta del nostro Paese, attraverso progetti e obiettivi. Lo stile di questo percorso è il discernimento, attraverso il quale giungere a un¿Agenda di speranza, che individua alcuni punti cruciali che aiutino a valutare le scelte compiute nel Paese. A Montesilvano ne abbiamo fatto un¿esperienza rigorosa e competente sul tema della sanità. Una sanità di valore deve avere al centro il malato, il messaggio emerso dagli interventi, che hanno messo in luce la complessità e multidisciplinarietà che richiede l¿analisi del sistema sanitario. Non è solo una questione tecnica, ma un problema che riguarda demografia, politiche di welfare, stili di vita, risorse, scelte politiche per una gestione vera ed efficace. Tra le piste di lavoro emerse la necessità di stimolare le reti, avere una maggiore interazione, puntare sulla responsabilità delle famiglie, delle persone, di operatori e amministratori, alimentare una cultura della pianificazione, demolire la cultura dell¿illegalità degli sprechi. Da qui l¿impegno della comunità cristiana ad essere creativa, capace di declinare una speranza intelligente, possibile e concreta.
 
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