L¿immigrazione sta `cambiando¿ la vita delle città, delle famiglie e delle persone, della chiesa. E¿ una delle questioni che monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, affronta nell¿introdurre una delle cinque assemblee tematiche che nel pomeriggio del 15 ottobre hanno caratterizzato i lavori della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani.
¿Cambia il mondo del lavoro: 2 milioni di lavoratori stranieri in Italia, 1 milione con un lavoro precario e flessibile, 120.000 in seguito alla crisi hanno perso il lavoro, 400mila soni inseriti in un percorso di lavoro nero: si tratta di 4 su 5 lavoratori nei servizi alle famiglie, 5 su 10 lavoratori agricoli, 9 su 10 stagionali agricoli, 6 su 10 lavoratori del mondo della pesca e marittimi, 5 su 10 lavoratori in edilizia. Pochi pensionati¿.
Cambia la famiglia: ¿Negli ultimi cinque anni, mediamente, 80 mila persone ogni anno sono giunte in Italia per ricongiungimento familiare, nell¿ottica di un insediamento stabile¿ ha proseguito il sacerdote: ¿94 mila sono i nuovi nati in Italia da madri straniere nel corso dell¿anno 2009, pari al 16,4% del totale, di cui il 3,4% con partner italiano; costituiscono un supporto indispensabile alla `rivoluzione demografica¿ in atto nel nostro Paese, che nel contempo vede il 20% della popolazione oltre i 65 anni. 24 mila sono stati i matrimoni misti tra italiani e immigrati nel 2008, che si aggiungono agli oltre 400.000 già celebrati e che costituiscono una frontiera complessa, suggestiva e promettente della convivenza tra persone di diverse tradizioni culturali e religiose. Un milione sono i figli di immigrati, di cui 600.000 nati e cresciuti in Italia. In un milione di famiglie italiane è presente una ¿badante¿ o assistente alla persona ¿ anziani e minori ¿ di origine straniera (filippine, cingalesi, peruviani, rumene e ucraine), molte delle quali ortodosse¿.
L¿immigrazione, sottolinea Perego, ¿cambia anche la scuola¿. Le quasi 700 mila presenze a scuola, in rappresentanza di tanti Paesi, sono un vero e proprio mondo in classe. 6 mila studenti stranieri che si laureano annualmente in Italia, sono in buona parte destinati a diventare la classe dirigente nel Paese di origine. In molte scuole del Nord Italia gli studenti stranieri superano anche il 30% degli alunni. Nelle scuole cattoliche la presenza degli stranieri non raggiunge l¿1% – ha messo in evidenza.
Cambia la città: 40 mila persone acquisiscono annualmente la cittadinanza italiana, a seguito di matrimonio o di anzianità di residenza, mostrando un forte attaccamento al nostro Paese. Alcuni quartieri e aree urbane (Palermo o Roma, o in periferia, Milano, Bologna) sono fortemente caratterizzate dalla concentrazione di persone e etnie straniere.
Cambia infine anche la comunità cristiana, la parrocchia. ¿Oltre 730.000 fedeli in più, nelle parrocchie o negli oltre 700 centri pastorali, che vedono anche la presenza di oltre 3000 presbiteri e di oltre 3000 religiose ¿ ha detto Perego -. Una ricerca in 142 parrocchie di Roma, ci ricorda che in metà delle parrocchie vi sono adulti stranieri hanno chiesto il battesimo. Sono il 20% delle persone delle nostre scholae cantorum, il 12% dei catechisti; numerosi sono i ministranti; nel 30% dei consigli pastorali sono presenti rappresentanti di centri pastorali etnici. Minore, invece, è la presenza nell¿associazionismo cattolico. In alcune regioni questa presenza raggiunge il 15% del presbiterio (Marche, Toscana, Lazio); in almeno 20 diocesi italiane diocesi italiane entro il prossimo decennio i presbiteri provenienti da altri Paesi saranno tra il 70 e l¿80% del presbiterio]. Mediamente in una parrocchia di 3000 abitanti ci sono 200 persone straniere¿.
Di fronte a questo mondo che cambia e si muove insieme, l¿antica distinzione tra sedentario e nomade svanisce, perché in questo mondo che cambia è cambiata l¿appartenenza: non si appartiene più al paese, alla città, alla regione allo Stato, neanche all¿Europa; la vera appartenenza è al mondo, è globale.