Mons. Santoro: “Partecipi dell’opera di Dio”

26/10/2017
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“Questa Settimana sociale parte dai volti della persone, non da statistiche o da teorie economiche anche se numeri e teorie hanno la loro importanza”. Per questo “mi permetto di chiedere a tutti di non staccarci nemmeno per un minuto dalla drammaticità espresse dalle immagini concrete delle vittime di incidenti sul lavoro, dei disoccupati che ci visitano ogni giorno, degli inattivi, dei cinquantenni in stand by, o meglio nel limbo o proprio nel purgatorio”. È l’invito rivolto da mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico della 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani, ai mille delegati partecipanti all’evento che si è aperto oggi pomeriggio a Cagliari. Ricordando che “era dal 1970 che non si realizzava una Settimana sociale sul tema del lavoro”, Santoro ha evidenziato che “vogliamo mettere al centro della nostra attenzione il fatto che il nostro lavoro ha una sua grande dignità perché partecipa all’opera creatrice di Dio e la svolge nel tempo”. L’arcivescovo ha auspicato che “i nostri interventi partano dal cuore e diventino proposte come se si trattasse di un nostro fratello o figlio, o figlia non da raccomandare, ma da incamminare al lavoro e non ad un incessante pellegrinaggio tra i vari centri per l’impiego”. E “che il nostro sapere anche accademico sia messo a servizio dei drammi che particolarmente nel nostro Mezzogiorno ci feriscono”, ha aggiunto facendo riferimento alla situazione dell’Ilva di Taranto. Santoro ha anche posto l’attenzione sulla questione “ancora più urgente dal punto di vista morale, della produzione e vendita delle armi che riguarda anche situazioni qui presenti in Sardegna”.

“Riteniamo possibile – ha aggiunto poi l’Arcivescovo – una rigenerazione umana, urbana ed ambientale attraverso un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale a patto che ci sia un cambiamento di paradigma nel nostro progetto di sviluppo globale che parta dal rispetto della dignità della persona umana, dalla cura della casa comune e dalla costruzione della pace”. Santoro ha posto l’attenzione sull’“urgente necessità di un lavoro degno” e “delle condizioni che rendono possibile la sua realizzazione”. Durante questi giorni, ha proseguito, “come ci richiama Papa Francesco, desideriamo ‘iniziare processi’ che impegnino le comunità cristiane e la società italiana nel suo insieme, affinché il dialogo e la convergenza fra tutte le sue componenti, credenti o non diventi uno stile di democrazia in cui il senso della giustizia prevalga sugli interessi di parte”. “Non abbiamo soluzioni prestabilite, né tanto meno ricette per l’uso”, ha aggiunto l’arcivescovo, invitando tutti i delegati “a dare il proprio contributo”, “mettendovi al servizio dell’opera comune”. Dai lavori di questi giorni, “giungeremo a formulare proposte per il parlamento e per il governo, per i mondi economici e politici nella loro accezione più vasta”. E richiamando quanto contenuto nell’Instrumentum laboris, Santoro ha sottolineato che “il lavoro è uno dei punti più decisivi attorno a cui si può sviluppare una rinnovata rilevanza pubblica dei cattolici in Italia”. E ha auspicato che “la nostra terra benedetta” sia “un giardino di pacifica collaborazione tra varie culture in cui la fede mostra la sua rilevanza per il bene di tutti”.

Santoro, 26 ottobre 2017