Osare il futuro

11/10/2010 

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Ciò che si spende per la formazione non va considerato come ¿costo¿, ma come ¿investimento¿. Un investimento non solo sul futuro dei più giovani, ma dell¿intero Paese: è quanto chiedono i giovani e gli studenti dell¿Azione cattolica e gli universitari della Fuci nella loro ¿Agenda di speranza¿, offerta come contributo all¿imminente Settimana Sociale e alla riflessione che la Chiesa italiana sta conducendo intorno al tema del bene comune. In particolare, il contributo vuole sottolineare alcune questioni prioritarie che, mentre guardano al bene delle nuove generazioni, possono risultare importanti per la ripresa e la crescita morale e materiale di tutto il Paese.
Insieme alla formazione, altra nota centrale è il lavoro. ¿Occorre, a fianco a un moderno welfare sociale, anche un duro lavoro educativo che aiuti a costruire un progetto di vita fondato sui talenti e sulla lettura del contesto¿. Insomma, perché il lavoro sia espressione di un ¿progetto di vita¿ occorre ¿formare i giovani a una `cultura del lavoro¿ in cui centrali siano rigore, onestà, competenza, applicazione¿.
Ciò che i giovani di Azione cattolica, gli studenti del Msac e gli universitari della Fuci auspicano è un¿Italia capace di affrontare le sfide della modernità e le prospettive di riforma impegnandosi con forza per la tutela dei diritti inviolabili.
A partire da una premessa fondamentale: la storia non è un luogo dove Dio lascia sola l¿umanità, ma è ¿il luogo dove Dio si manifesta e continua ad agire attraverso l¿uomo¿ (Dei Verbum, 2). Ognuno di noi, dunque, – si legge nell¿¿Agenda di speranza¿ – è chiamato a dare il suo contributo e può scrivere una pagina di speranza per il cammino dell¿umanità e per le generazioni future, raccogliendo pienamente l¿invito lanciato nel 2008 da Benedetto XVI ¿per una nuova generazione di laici cristiani impegnati¿.
 
 
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