Per un’agenda di speranza

13/10/2010 

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Nell¿imminenza della 46a Settimana sociale dei cattolici italiani, l¿Azione Cattolica, che già da tempo ha avviato la preparazione a tale importante e significativo evento ecclesiale, ribadisce la volontà di cogliere l¿invito del Comitato scientifico-organizzatore a declinare il bene comune e la speranza a partire dal territorio, o meglio dai territori, e dalle questioni concrete che essi vivono e pongono.
 
 
L¿Ac, del resto, aveva già scelto di dedicare l¿anno associativo 2010-2011 proprio al tema del bene comune visto in questa ottica. Come affermava il Documento della XIII Assemblea, infatti, l¿Azione Cattolica intende ¿¿rilanciare la prospettiva del bene comune, posto al centro dell¿ultima Settimana Sociale dei cattolici italiani e fondamentale per coniugare partecipazione democratica, vita delle istituzioni e responsabilità nei confronti delle nuove generazioni (¿).
 
La nostra associazione, in sintonia con i principi della Carta Costituzionale, vuole spendersi nelle città e nella storia per un mondo più umano e per questo manifesta un¿attenzione costante a quel patrimonio unitario di valori irrinunciabili sul quale si edifica la convivenza (¿), senza erigere barriere di emarginazione fondate su ragioni economiche e/o sociali. A tale scopo, esercitarsi nel fare sintesi fra la dimensione locale, nazionale e mondiale del bene comune diventa via privilegiata per un servizio costruttivo che si nutre di dialogo e discernimento. Ci impegniamo a letture attente delle fragilità e delle risorse del sistema sociale, con particolare riferimento ai temi dell¿educazione, della famiglia, del lavoro, della coscienza civica, della legalità, della tematica ambientale, dei flussi migratori, della solidarietà, dell¿accoglienza e dell¿integrazione delle diversità sociali, culturali e religiose. Tutto questo nella consapevolezza che ¿la larghezza del visibile dipende dall¿altezza dell¿invisibile¿ e ci impegna `a scrivere parole di Vangelo nella carne della nostra vita con inchiostro indelebile e a scrivere parole di cultura cristiana nella città di tutti con gomma e matita¿ (Doc. Assembleare n. 10.3).