La famiglia è “questione antropologica”, ma anche “questione sociale”. Di sicuro ¿è più forte di tutti i picconatori¿ che la vogliono distruggere, ma è pure vero che oggi è ¿colpita alla radice come non era stato da millenni¿. ¿La questione antropologica è questione sociale: le sfide della famiglia oggi¿ è stato il tema del seminario organizzato il 9 maggio a Roma da Retinopera e dal Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali: un appuntamento che si pone nel solco del cammino verso la 47ª Settimana Sociale dei cattolici italiani (Torino, 12-15 settembre 2013).
¿Parlare di famiglia con radicalità evangelica¿, poiché ¿il Vangelo della famiglia è ciò che ci sta a cuore¿: questo il filo conduttore annunciato dal coordinatore dell¿incontro, Salvatore Martinez (presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito e della Fondazione vaticana ¿Centro internazionale famiglia di Nazareth¿), cui ha fatto seguito suor Alessandra Smerilli (segretaria del Comitato delle Settimane Sociali), presentando il Documento preparatorio dell¿appuntamento di Torino. E Luca Diotallevi (sociologo e vicepresidente del Comitato) ha precisato che ¿il tema della famiglia, cristianamente intesa, è eminentemente civile¿.
Non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto: non siamo alla Caporetto della famiglia, anzi, essa ¿è più forte di tutti i picconatori, ha una tale potenzialità che non c¿è governo che possa distruggerla¿, ha riconosciuto monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio della famiglia, pur consapevole degli attacchi cui è soggetta oggi, con un¿ideologia del ¿gender¿ che ¿tende a livellare ogni cosa e distruggere ogni differenza, separando matrimonio e famiglia¿.
Eppure ¿la famiglia ¿ ha ricordato mons. Paglia ¿ è il pilastro su cui si reggono le nostre società e i nostri popoli, soprattutto nei momenti di crisi¿, ¿realizza in maniera unica la solidarietà tra generazioni, meglio di qualunque altra realtà associativa¿ e ¿rimane una risorsa per il mondo del lavoro, che la sfrutta e dà poco in cambio¿.
Semmai, la famiglia deve essere consapevole delle sue scelte, ha rimarcato Riccardo Milano (docente di finanza etica e responsabile delle relazioni culturali di Banca Etica), invitando a ¿votare con il portafoglio¿. Quando si fa la spesa e quando si va in banca. Un esempio: ¿Come investe i propri risparmi? In quasi tutti i fondi d¿investimento ¿ ha rivelato Milano ¿ ci sono titoli che appartengono al mondo della pornografia¿ e le case chiuse che ci sono in diversi Paesi ¿sono quotate in borsa¿. Ma questo le famiglie che portano i loro soldi in banca, magari chiedendo solo ¿il massimo profitto¿, non lo sanno.
Guardando invece alla politica, non è una novità che le istituzioni e i governi, specialmente in Italia, ignorino la famiglia, e alle belle parole quasi mai fanno seguito i fatti. ¿Le politiche sociali ¿ ha precisato mons. Paglia ¿ sono definibili come familiari se hanno l¿obiettivo di fare famiglia, e non solo sostenere il benessere della società¿. Mentre Lidia Borzì, del Forum delle Associazioni familiari del Lazio, è andata oltre, chiedendo al governo Letta, da poco insediato, di nominare un sottosegretario alla famiglia e riprendere in considerazione il ¿Piano nazionale per la famiglia¿ votato dallo scorso esecutivo. ¿Non accettiamo più la giustificazione che non ci sono soldi¿, ha dichiarato Borzì, per la quale ¿in tempi di vacche magre le risorse vanno allocate dove c¿è più bisogno, ovvero dove si ha un effetto moltiplicatore¿, come nel caso della famiglia, risorsa contro la crisi e per lo sviluppo della società.
Francesco Rossi