Tiraboschi invita a “intraprendere nel lavoro e nell’impresa”

15/10/2010 

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Intraprendere nel lavoro e nell¿impresa è una possibilità da annotare in quella ¿agenda di speranza¿ che si sta scrivendo giorno per giorno a Reggio Calabria in occasione della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. A fare riferimento alla ¿intrapresa¿ nel lavoro e nel mondo imprenditoriale è Michele Tiraboschi, docente di diritto del lavoro all¿Università di Modena e Reggio Emilia.
¿Non mancano idee e progetti concreti di riforma da inserire in una agenda di speranza per il futuro del Paese ¿ ha detto nella sua introduzione ad una delle cinque assemblee tematiche. Quindici anni di riforme in questi ambiti ci hanno tuttavia insegnato che mai nessuna legge potrà cambiare, di per sé, le logiche di funzionamento dell¿intraprendere nel lavoro e nella impresa se non cambiano prima il cuore e la testa della persone. Le leggi sono importanti. Ma ancor più decisivi sono gli atteggiamenti concreti, i comportamenti quotidiani e le attitudini delle persone¿.
Da giurista del lavoro impegnato attivamente nei processi di riforma del mercato del lavoro italiano, Tiraboschi è profondamente convinto che ¿la prima vera grande riforma che ancora dobbiamo compiere è quella di tornare a dare un senso al lavoro. Ricordarci cioè il valore e la dignità del lavoro, di qualunque lavoro, compreso quello manuale oggi pure tanto snobbato, purché fatto con passione e motivazione¿. Quel lavoro, anche il più umile e il più semplice, attraverso il quale ogni persona sviluppa la propria personalità, coltiva i propri talenti e fornisce un imprescindibile contributo all¿opera di creazione del Signore. È questa l¿unica strada praticabile, secondo Tiraboschi ¿in un Paese come il nostro che registra un marcato disallineamento tra la domanda e l¿offerta di lavoro e un basso tasso di crescita, per superare antichi vizi e quei pregiudizi, soprattutto verso il lavoro manuale e l¿istruzione tecnico-professionale, che allontanano i nostri giovani da prospettive professionali concrete e da percorsi di auto-imprenditorialità che pure potrebbero essere luoghi di straordinaria realizzazione di sé e del bene comune¿.
Tiraboschi ha inoltre evidenziato come ¿lo sterile dibattito politico e sindacale degli ultimi anni¿ ha prodotto ¿niente altro che un muro contro muro nella incapacità di praticare un concreto bene comune e nella incapacità di collocare davvero la persona al centro di ogni ragionamento e di ogni nostra azione concreta¿.