![Share on Facebook Facebook](http://archivio.settimanesociali.it/wp-content/plugins/social-media-feather/synved-social/image/social/regular/48x48/facebook.png)
![Share on Google+ google_plus](http://archivio.settimanesociali.it/wp-content/plugins/social-media-feather/synved-social/image/social/regular/48x48/google_plus.png)
![Share by email mail](http://archivio.settimanesociali.it/wp-content/plugins/social-media-feather/synved-social/image/social/regular/48x48/mail.png)
L¿ideologia “Gender” come problema biopolitico
1. Un percorso della biopolitica post-moderna: l¿ideologia `gender¿ contro la natura umana
Se per biopolitica nell¿orizzonte della modernità si intende ¿gestione integrale della vita biologica da parte del potere¿ (F. D¿Agostino, Le prospettive della biopolitica, § 2), da un lato riducendo la vita umana a vita biologica (in senso empirico) e dall¿altro lato la politica ad esercizio di potere, l¿uso dell¿espressione biopolitica sta sempre più assumendo nell¿orizzonte post-moderno una valenza sinteticamente riconducibile alla categoria della neutralità: la biopolitica diviene presa d¿atto neutrale della prassi collettiva e regolamentazione biogiuridica che si limiti a garantire pubblicamente spazi di gestione privata individuale della vita e sulla vita; la biopolitica come conferimento all¿individuo di un biopotere o potere di disponibilità sulla vita (nascita, morte, salute, malattia., sessualità).
Si tratta di uno scivolamento di significato che va da una biopolitica ¿massima¿ che pretendeva prepotentemente di gestire e controllare i processi vitali e le attività del corpo in senso collettivo ad una biopolitica ¿minimale¿ o ¿minimalista¿ (in una prospettiva liberale-libertaria) che minimizza il suo intervento massimizzando il potere dell¿individuo di decisione sul proprio corpo. Si tratta di percorsi diversi che partono da una duplice riduzione comune: la riduzione della politica a potere (collettivo o individuale) e la riduzione della vita biologica ad oggetto del potere (collettivo o individuale). In entrambi i casi la biopolitica si allontana dalla natura umana che, svuotata di significato ontologico nell¿orizzonte riduzionistico antimetafisico, da ¿presupposto¿ diviene ¿prodotto¿ della prassi (F. D¿Agostino, § 2).