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Oggi ¿il bene comune non coincide più con lo Stato: non è più un bene totale, un monopolio dello Stato, ma un fenomeno che emerge dalle relazioni¿, ha esordito il sociologo, secondo il quale il bene comune relazione é fatto ¿di attori che si orientano reciprocamente in una relazione da cui dipende il loro bene individuale¿.
In questa prospettiva, per Donati, ¿il bene comune non è solo qualcosa che si produce assieme, ma di cui si fruisce assieme: molto più della democrazia di rappresentanza, ma anche qualcosa di più della democrazia rappresentativa¿. È per questo, ha spiegato l¿esperto, che ¿il bene comune deve essere costantemente generato e rigenerato attraverso dei processi sociali in cui sia data la centralità alla persona umana, alle sue relazioni di mondo vitale e alle sue formazioni sociali¿, in base ad ¿un principio di reciprocità positiva, e non a quello dell¿uguaglianza delle opportunità individuali, che è proprio dell¿individualismo¿.
L¿alternativa ai ¿limiti¿ e ai ¿difetti¿ del modello attuale di Stato sociale italiano, ha concluso Donati, consiste quindi nell¿idea di ¿una società della sussidiarietà solidale¿, che non concepisce le politiche sociali ¿come politiche settoriali e residuali per i poveri e i bisognosi¿.