Bene comune, l'impegno riparte da Pistoia e Pisa.

19/10/2007 

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¿Stare con fedeltà e creatività dinanzi alle nuove sfide che si presentano¿ è l¿esortazione fatta dal Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Cei, in apertura della 45ª Settimana sociale. Citando ¿il percorso, fecondo ma non sempre agevole, che tante generazioni di credenti hanno compiuto per il bene del paese¿, e il ¿cammino di questa nostra Italia e della stessa nostra Chiesa attraverso varie epoche e stagioni¿, il Cardinale Bagnasco ha ricordato le ¿tante figure di donne e di uomini, di laici, di religiosi, di sacerdoti, di vescovi, a partire dai vescovi di Roma, i Papi, che si sono succeduti intrecciando sempre un rapporto speciale col nostro Paese¿. Tutti ¿protagonisti¿, questi, di ¿un dialogo incessante con le necessità, le attese, le speranze, le sofferenze, le gioie del popolo italiano¿. ¿I cento anni da cui proveniamo ¿ ha proseguito il Presidente della Cei – hanno visto il fiorire di innumerevoli opere in campo sociale, economico, culturale, politico sgorgate dalla intelligente creatività della fede e della carità cristiana¿, segno di un ¿tessuto vivo¿ e di ¿un riferimento dinamico e fecondo per tutti, ieri e oggi¿. Quella emersa un anno fa dal Convegno di Verona è dunque ¿una Chiesa di popolo protesa alla testimonianza¿ e per la quale la prima sfida da raccogliere è quella delle ¿nuove generazioni¿.
Continuare a tessere una trama di amore e responsabilità civile vuol dire per i cattolici proseguire il ¿circolo virtuoso¿ che dal Concilio ad oggi ¿parte dalla persona ed arriva all¿ordine sociale, ha aggiunto l¿Arcivescovo Angelo Bagnasco. ¿Il bene comune può essere inteso come la dimensione sociale e comunitaria del bene morale¿. In questa ¿visione realistica¿ che ¿falsifica gli schemi ideologici¿, la società ¿non può non essere connessa alla persona¿: in particolare, ¿è essenziale al bene comune del nostro Paese un nuovo patto tra le generazioni¿. Per la Cei, inoltre, è urgente ¿una forte proposta educativa¿, fatta ¿di proposte alte, di impegno concreto e continuo, cordialmente aperta al bene di tutti e di ciascuno a prezzo di interessi individuali o particolari, a prezzo del proprio personale sacrificio¿. Di qui l¿appello ¿Dobbiamo dirlo a voce alta, dirlo in primo luogo a noi stessi: non solo non si può attuare il bene comune, ma neppure concepirlo né tanto meno ragionarci e discuterne, senza ricuperare le virtù cardinali della fortezza, della giustizia, della prudenza e della temperanza con le attitudini interiori che ne conseguono. Lontani da questo impianto virtuoso la teoresi diventa difficile, insidiosa, facilmente ideologica¿.