Costacurta Bruna

19/10/2007 

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«Apri la tua mano a tuo fratello» (Dt  15,11).
Bene comune nell¿era della globalizzazione
 
I concetti di ¿bene comune¿ e di ¿globalizzazione¿, intorno a cui si incentra questa sessione del Centenario delle Settimane Sociali, sono temi di grandissima rilevanza, ma difficilmente reperibili nella Scrittura secondo la precisa accezione che hanno per noi oggi.
La concretezza biblica si preoccupa però di indicare dei cammini di giustizia che permettano all¿uomo di uscire dal proprio egoismo per aprirsi a quel ¿bene¿ che è l¿altro, il fratello. Proteggere il debole, ridistribuire le ricchezze e le risorse per evitare disagio e povertà, questo è il bene da ricercare, andando persino oltre l¿idea di semplice solidarietà ed equità per approdare, in una prospettiva pasquale, a quel ¿bene¿ fondamentale che è farsi povero per l¿altro, fino a dare la vita per lui.
Vorrei dunque incentrare questa breve riflessione su quella fondamentale istanza biblica di giustizia che è appunto l¿attenzione all¿altro, a colui che è nel bisogno, il povero.
Nella legge di Israele, molti precetti e istituzioni avevano proprio lo scopo di evitare una situazione definitiva di povertà per l¿Israelita facendo in modo che ci fosse una circolazione delle ricchezze e una condivisione che eliminasse il rischio di una disparità di condizione troppo grande tra coloro che erano invece tutti fratelli e come tali dovevano comportarsi. Tali provvedimenti sono significativi per la loro attuale portata simbolica, che chiede di andare al di là della mera concretezza della lettera per comprenderne lo spirito e applicarli alle diverse situazioni storiche.
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Meditazione-Costacurta