Plotti S.E. Mons. Alessandro

24/10/2007 

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Concelebrazione Eucaristica nella Cattedrale di Pisa (domenica 21 ottobre 2007)
 
 
Abbiamo ascoltato la Parola di Dio che ci è stata proclamata nelle tre letture e vogliamo, senza forzature, applicare questa Parola al nostro cammino soprattutto a conclusione di questa Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che celebra il centenario.
Vorrei riassumere il messaggio della Parola di Dio in tre parole: preghiera, formazione, perseveranza. Mi pare che esse possano essere la chiave di lettura dei tre brani della Scrittura che sono stati proclamati.
Prima di tutto la preghiera.
E¿ molto bella l¿immagine di Mosé che alza le mani e quando le mani sono alzate il popolo è più forte, quando invece la stanchezza gliele fa abbassare il popolo soccombe. E allora queste braccia vengono puntellate perché rimangano sempre alzate fino al tramonto perché il popolo non sia sconfitto da Amelek.
Dobbiamo recuperare il primato della preghiera anche nella costruzione del bene comune, perché dobbiamo realizzare il Regno di Dio sulla terra. Il bene comune per noi è questa alleanza nuova che deve regnare indisturbata sulla terra. Noi tutti dobbiamo contribuire perché questo regno sia diffuso, sia consolidato e tutti possano godere del bene che è la giustizia, la pace, la salvezza, la libertà: connotati fondamentali del Regno di Dio.
Mi pare importante rimeditare il n. 42 della Gaudium et Spes dove si ribadisce proprio questo: ¿La Chiesa, dice il testo, in forza del Vangelo affidatole proclama i diritti umani e riconosce e apprezza molto il dinamismo con cui ai giorni nostri tali diritti vengono promossi ovunque. Ma questo movimento deve essere impregnato dello spirito del Vangelo e deve essere protetto contro ogni specie di falsa autonomia. La missione propria che Cristo ha affidato alla sua Chiesa non è di ordine politico, economico e sociale, il fine infatti che le ha prefisso è di ordine religioso. Eppure proprio da questa missione religiosa scaturiscono dei compiti, della luce, delle forze che possono contribuire a costruire e a consolidare la comunità degli uomini secondo la legge divina. La Chiesa, inoltre, riconosce tutto ciò che di buono si trova nel dinamismo sociale odierno, soprattutto nel movimento verso l’unità, nel progresso di una sana socializzazione e nella solidarietà civile ed economica. Promuovere l’unità corrisponde infatti alla intima missione della Chiesa, la quale è appunto «in Cristo quasi un sacramento, ossia segno e strumento di intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano». Così essa mostra al mondo che una vera unione sociale esteriore discende dalla unione delle menti e dei cuori, ossia da quella fede e da quella carità, con cui la sua unità è stata indissolubilmente fondata nello Spirito Santo.¿ 
Mi pare utile veramente ritornare a queste parole che non sono obsolete, anche se sono state scritte ormai molti anni fa, perché sono parole di una attualità davvero sor-prendente. Se perdiamo di vista la fondazione della nostra azione sociale, rischiamo di fare un¿inutile proposta che diventa soltanto motivo di scontro e di polemica.
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OMELIA-Plotti