Presiede Dott. Roberto
Bolzonaro,
Vicepresidente del Forum delle Associazioni familiari
Introduce Prof. Luigi Campiglio, Ordinario di Politica Economica, Università Cattolica del Sacro Cuore
Verbalizza Dott.ssa Raffaella Dispenza, Vice Presidente delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (ACLI) Torino
Dal Documento Preparatorio
In coerenza con il dettato costituzionale, il sistema fiscale italiano assume che i costi per il mantenimento dei figli a carico devono essere riconosciuti. Daltra parte, nel fissare la misura delle detrazioni, disincentiva di fatto le famiglie a generarli e a farsi carico del loro mantenimento. Il riconoscimento dellimpegno economico costituito dalla presenza di familiari a carico, che avviene in parte soltanto per i redditi più bassi con lo strumento delle detrazioni dimposta, è confinato in unottica di intervento assistenziale. Quasi completamente trascurata è lesigenza di equità orizzontale, nonostante la Costituzione sottolinei la rilevanza sociale ed economica delle funzioni della famiglia. A differenza di quanto avviene nella quasi totalità dei Paesi europei, in Italia il sistema fiscale sembra ritenere che la capacità contributiva delle famiglie sia influenzata in misura irrilevante dalla presenza dei figli a carico. Mentre la pressione fiscale ha subito negli ultimi anni il massimo incremento rispetto agli altri Paesi europei, le prestazioni sociali alle famiglie sono notevolmente diminuite, tanto che la percentuale delle prestazioni alla famiglie sul PIL è la più bassa in Europa (0,8 contro una media del 2,2).
È difficile comprendere quali siano le cause di un trattamento fiscale così sfavorevole a carico della famiglia. Se esiste una filosofia che ispira la legislazione italiana, questa sembra essere che la presenza di figli non comporta una diminuzione di capacità contributiva che non sia soltanto simbolica. È così che per la normativa fiscale è praticamente irrilevante che una famiglia decida di allevare, istruire ed educare un figlio, a causa del fatto che non si valorizza appieno il valore sociale delle relazioni familiari e in particolare la natura di bene comune dei figli, che sono peraltro le future generazioni del Paese. Così si continua ad affermare che le scelte riproduttive, appartenendo alla sfera delle decisioni private della persona, non devono essere orientate dallo Stato, confondendo la libertà di scelta primaria della nascita o delladozione con lobbligo di mantenimento ad esse conseguenti, che è obbligo sociale sancito dalla Costituzione stessa (cfr art. 30).
È necessario e urgente, allora, stabilire un nuovo rapporto tra fiscalità e libertà, che tuteli il reddito percepito come strumento per la libertà personale e dia precedenza al risparmio fiscale rispetto allassistenza sociale. Se non si tolgono al percettore di reddito, attraverso limposizione fiscale, le risorse indispensabili al mantenimento di ciascun famigliare a carico, gli si riconosce un ben diverso grado di sovranità e di libertà rispetto al ricevere dallo Stato provvidenze, decise da criteri non sempre centrati sui bisogni reali delle famiglie e comunque stabiliti dallo Stato. Le risorse ricevute dallo Stato non consentono nelluso lo stesso grado di autonomia e di libertà delle risorse adeguatamente guadagnate, e lassistenzialismo è un modo per trasformare un cittadino, che senza una ingiusta imposizione fiscale disporrebbe di risorse proprie, in un assistito. La possibilità dellauto-sostentamento è quindi prioritaria rispetto allassistenzialismo statale. Sussidiarietà fiscale significa in tal senso che le famiglie restano titolari delle scelte e delle risposte ai loro bisogni; per questo però si deve lasciar loro la possibilità di gestire le risorse che hanno autonomamente guadagnato, una volta che abbiano contribuito con una giusta tassazione.
Per la riflessione – Quali iniziative e proposte sono necessarie per rendere più equa la pressione fiscale a carico della famiglia? Quali azioni mettere in campo per implementare proposte oramai consolidate come il fattore famiglia promosso dal Forum delle associazioni familiari?